Diversità.
Non c'è cosa più bella e più brutta al mondo.
Sì perché qualche volta le diversità sono intriganti, interessanti, ti fan quasi venir voglia di cambiare, essere diverso da quello che sei.
Altre volte sono distruttive, mettono un muro che neanche una bomba atomica riuscirebbe a buttar giù.
Però a me piacciono le diversità, sia quelle intriganti che quelle meno. Mi piace riuscire ad entrare nella mente delle persone e chiedermi "Ma perché è arrivato a questa conclusione?", "Perché ha preferito questa strada?" o anche le più banali come "Come diavolo fa a piacergli la cannella?".
Da quando sono in Bocconi la diversità più evidente però è stata una: Nord e Sud.
Sì, sì lo so che tanti già ne han parlato prima di me però ho voglia di dire la mia, scusatemi!
Quando mi dicevano che le persone del nord sono "più fredde", "più chiuse" e meno "espansive" non ci credevo, insomma l'Italia è questa, quali grandi differenze possono esserci tra un ragazzo di Catania e uno di Forlì escluso l'accento?
Invece mi son dovuta ricredere.
Più passa il tempo e più mi rendo conto che non riesco ad avere alcun legame con una persona del nord all'infuori del classico discorso frivolo tipo: "Ehi ciao! Come va?". Finisce qui. Non perché loro non abbiano nulla da dire o perché io non abbia argomentazioni. Semplicemente non c'è chimica.
Un po' forse l'Italiano "nordico" mi mette in imbarazzo. Loro, con il loro accento perfetto! Mi sento quasi schiaffeggiata quando mi parlano.
Mi nascondo, abbasso la testa come se così potessi "ovattare" la mia cadenza, come se così non riuscissero a percepirla. Non che mi vergogni del mio accento, ma il problema è che odio essere facile da identificare.
Il pensiero che possano arrivare subito alla conclusione "Ah sì, questa è campana!" mi innervosisce, voglio che si chiedano da quale parte d'Italia io provenga, tutto qui!
Poi non lo so, le persone del nord sono davvero strane da capire per me.
Ti salutano, ti parlano, qualche volta ci vai anche a pranzo insieme e poi improvvisamente finisce tutto. È come se dopo un certo numero indefinito di giorni una persona finisse nel dimenticatoio, come se non fosse importante, poco rilevante, e non c'è cosa che odio di più!
Però un po' li invidio.
Sempre così seri, indifferenti a qualsiasi cosa (almeno a vedersi), con un senso dell'umorismo paragonabile a quello di un frigorifero.
Noi invece se non facciamo una battuta non siamo contenti, non riusciamo a sentirci soddisfatti, se non riempiamo i silenzi nei discorsi non ci sentiamo appagati.
Prendere un po' di là e un po' di qua è il segreto, forse.
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