Non mi sembra vero.
Pare proprio che stia finendo anche questo secondo anno. Stento a crederci.
Sembra ieri quando scoprii che le classi sarebbero cambiate, che sarei stata divisa dai miei amici, quando capii che avrei dovuto fare nuove amicizie e la cosa non mi andò particolarmente a genio (di fatti a malapena si accenna ad una conversazione con i miei "nuovi colleghi").
Sembra ieri quando appresi che tu saresti stato in un'altra classe. Mi si spezzò il cuore al pensiero che non avrei più potuto guardarti lì seduto al tuo solito posto, che non avrei più potuto intuire i tuoi stati d'animo, imbarazzarmi per te per le tue strambe scarpe o semplicemente guardarti sottecchi, così per vedere se quel calcolo matematico assurdo ha sorpreso anche te.
Ma le cose cambiano, la vita va avanti ed anche io.
Esami, libri e ancora esami. Quest'anno potrei catalogarlo come il peggiore in assoluto, roba che neanche quand'ero una 13enne investita violentemente da un'ondata di ormoni impazziti son stata così di merda!
Potrei molto elegantemente prendere questi mesi che mi han perseguitata e buttarli giù in uno di quei pozzi senza fondo (che poi per me tutti i pozzi lo sono, ho questa strana percezione, come se il pozzo in sé non possa avere una fine...e la cosa mi mette un po' di paura, sopratutto quando mi ritrovo faccia a faccia con uno di loro).
Ma come al solito mi do la classica pacca sulla spalla e via, continuo ancora a fare sempre le stesse cose di prima, un po' per inerzia un po' perché sento il peso sulla coscienza dei miei genitori che stanno facendo grandi sacrifici per farmi vivere tutto questo, nel bene e nel male.
E come se fosse niente oggi è già partito qualche applauso, i classici da chiusura corso.
Ogni volta mi metto nei panni del professore e penso "Starà cercando di calcolare la durata e l'intensità dell'applauso per avere un feedback oppure è così emozionato che nella sua testa un semplice applauso sembra una standing ovation?"
Chi lo sa, magari dipende dalla stima che hanno di se stessi.
Un'altra cosa che mi sono chiesta è cosa pensano i professori quando la loro classe da metà corso in poi si dimezza. Sanno che è sintomo di poca capacità comunicativa? Pensano che siamo degli sfaticati che non han voglia di seguir lezione? Oppure sono ormai abituati perché la stessa storia capita tutti gli anni?
Cerco ogni volta di essere comprensiva, di fatti ogni volta che non gradisco un professore, prima di cambiare classe, ci penso a lungo...sarà una strana forma di rispetto latente, inconscia (ma forse proprio il fatto che lo stia ammettendo ora non la rende più tale).
Fatto sta che anche questo secondo anno volge al termine ed io non mi sento più la stessa.
Mi sento diversa, non migliore, neanche peggiore ma differente, solo che non so se considerarlo positivamente o meno.
Ho paura.
Paura perché manca un anno ed io vorrei rendere i miei genitori orgogliosi di me, paura perché non ho ottenuto quello che volevo, quello che credevo di poter ottenere quando ancora non c'ero dentro, paura perché sembrano tutti così pronti ad uscire fuori ed io invece vorrei legarmi al velodromo con le catene, paura perché non lo so cosa c'è lì fuori e non so se sono ancora pronta a spiccare il volo o no.
Paura perché a settembre te ne andrai, non avrò la possibilità di guardarti negli occhi, anche per errore, anche solo per un po' per poi morire dentro.
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